domenica 18 dicembre 2016





Body Landscape  - Corpo di Donna 

Navigando sul web, nello specifico su Facebook, incontro un post che rimanda a delle foto certamente artistiche tuttavia il mio animo è diviso. 
Guardo e riguardo le foto di Anton Belovodchenko
 http://www.artfido.com/blog/womens-bodies-captured-in-stunning-bw-bodyscapes/

Ripercorro la domanda del post di streetartglobe: "Vi piace questa interpretazione del corpo femminile?". https://www.facebook.com/streetartglobe/?pnref=story
Non posso che ammirare la magnificenza in generale del corpo umano. L'occhio incomincia a considerare linee, ombre, pose plastiche e la meraviglia del creato sotto forma di corpo, uomo o donna che sia, cresce in me. Tuttavia se dovessi rispondere alla domanda di streetartglobe il mio sì andrebbe solo a certe foto di Belovodchenko e non ad altre. 
Vi giro la domanda.





mercoledì 19 ottobre 2016

La Felicità e il Benessere in vendita

Da mesi rifletto su questo tema "la Felicità e il Benessere in vendita" ed ecco che l'altro ieri un'allievo del corso Shyoga, alla fine della lezione, mi consegna un'articolo dal titolo "Il benessere in vendita"di Marzia Apice pubblicato il 22 agosto 2016 su Brescia Oggi 


Come non credere nella sincronicità degli eventi? Scopro il prossimo libro da leggere...condivido coi lettori per tornare più avanti  sull'argomento.

domenica 14 agosto 2016

Atelier di Emanuela Rovida. Qualche piccolo accorgimento prima di sfilare.

Da Donna a Donna - The Soul of Yoga nell'essere modella per un giorno



Sabato 13 agosto 2016 tardo pomeriggio ore 18.30.  Otto donne convocate nell’atelier di Emanuela Rovida piazza Duomo Salò. Risate, chiacchiericcio, prove, fitting  degli abiti creati da Emanuela. La meravigliosa artigiana fa correre l’ago nei tessuti leggeri come le nuvole da lei stessa prodotti, lana e seta s'incontrano in una sinfonia di fibre. Ha lavorato tanto per vedere sfilare il suo sogno oggi, le sorridono gli occhi.  Occhi che fanno solo velatamente intravvedere la grande fatica di questi giorni.

La sfilata di donne, donne che non hanno scelto la professione di modelle, donne della porta accanto che si misurano con il defilé, è stata chiamata in vita ed organizzata dall’Associazione Da Donna a Donna con  sede a Salò.
Da donna a donna ci siamo confrontate, conosciute, raccontate, ammirate. Ognuna con una propria frase. Sensibilità, espressività diverse ma unica la meta Noi Donne.
Grazie dunque a tutte le donne e assieme a loro agli uomini che ieri hanno reso possibile questa condivisione. Un nome li raggruppa tutti Leana Massardi, presidentessa dell’associazione Da Donna a Donna.
 “Chi ama non teme” la frase scelta da tante di noi “Modelle per le Robe di Manu” da ieri accompagnerà il mio essere donna in questa meravigliosa esistenza senza mai dimenticare le tante sorelle meno fortunate a cui ieri è voluto andare il nostro sostegno.
Creare unione, raccontarsi, essere presenti nella gioia e nel dolore, andare oltre senza arrendersi mai – l’anima dello yoga nell’essere modelle per un giorno!




sabato 16 luglio 2016

Yoga in Natura......per Bacco!



Ashram di Babaji nella rossa terra di Puglia a Cisternini, tanti ma tanti anni orsono.
Un work shop intensivo di yoga con il mio amato maestro Mario Ciccarelli mi ha portato in questo luogo magico.
Sveglia alle 6 per poi partecipare alla Puja (presso la religione induista, Pūjā  (dal sanscrito reverenza) è un termine che genericamente indica un atto di adorazione verso una particolare forma della Divinità, che può esprimersi in un'offerta, un culto, una cerimonia o un rito).
Meditazione, Canti, silenzi, offerte di frutti e cibo al fuoco centrale, suono della conchiglia gigante alimentata dal soffio potente di un uomo. Poi una donna passa porgendoci in mano pezzetti di ciò che mi sembrava torrone. Porto alla bocca, sciolgo sulla lingua… dolcezza, pasta ruvida di sesamo e mandorle.
Tutto il mio essere nello scoprire per la prima volta quei sapori, che pur già conoscevo ma non con questa meravigliosa intensità, è in festa. 
I sensi sono amplificati, espansi dopo la meditazione e la pratica.
Assaporo e mi sento sapore allo stesso tempo. Solo dopo, durante i giorni a seguire, mi rendo conto che ho sperimentato attraverso questa esperienza, partita dalla meditazione, la pratica yoga  e la puja,  il senso dell’unione completa, ho vissuto Lo Yoga – l’unione.

Oggi nel 2016 desidero realizzare un’idea nata qualche anno fa, facendo tesoro di questa mia esperienza appena descritta.
Meditazione, canto, yoga immersi nella natura per poi, con tutto l’essere predisposto alla meraviglia del sentire, sperimentare il gusto, il profumo, l’incanto del succo d’uva fermentato – il vino. Liquido carico di storia e di significato simbolico dell’umano.

Ne parlai in passato a qualcuno, risata a mo' di sfottò “eh, già bella idea , prima vi ubriacate e poi fate yoga, beh, allora vengo anch'io se questo è yoga!”.No, questo per l’appunto non è yoga, yoga non è e non è mai stato l’eccesso, ma la ricerca dell’equilibrio, del rispetto, dell'ascolto e dell’unione delle cose.  Provai delusione e poca convinzione nel portare avanti il progetto dopo queste reazioni.

Non ho realizzato la mia idea fino a quando ho incontrato il maestro di Tantra – Hatha Yoga Paolo Proietti. Gliene parlai quasi per scherzo. Sorpresa, meraviglia. Paolo non commentò negativamente e nemmeno i suoi colleghi-amici che resi partecipi in una nostra chat. Anzi, mi dissero: “Facci sapere quando organizzi il prossimo evento”. 
Ma io quest’evento non l’ho mai organizzato prima! 
Perché? Si chiede il mio essere. Perché non ci hai creduto fino in fondo, perché?  
Scatta qualcosa…
Il giorno dopo mi ritrovo al cellulare a parlare con Enrico di Martino dell’azienda vinicola Cascina Belmonte (http://www.cascinabelmonte.it)  per descrivergli la mia idea. Accetta. Sopralluogo: natura stupenda, boschi, prati, vigne. Il mio cuore sorride mentre scegliamo lo spazio verde con vista sui vigneti dove accogliere gli yogi e le yogini, dove si svolgerà la meditazione e la pratica e la degustazione a seguire. 
“E se qualcuno proprio non vuole assaggiare il vino, abbiamo ottimi succhi naturali d’uva non fermentata”, sorride Enrico mentre mi porta verso gli alveari, con le api uscite tutte a sciamare per la grande calura. Cammino a piedi nudi nel prato ricolmo di fiori e cavallette, torno all’entusiasmo dei bambini mentre Enrico mi dice: “Io su questi prati ci giocavo da bambino”.
Scegliamo i giorni di luna piena. 
Si, ci sono! Un altro dei miei sogni si sta per realizzare. Mi guardo attorno ricolma di felicità. Vedo, percepisco, annuso l’attenzione nel far crescere le vigne in modo naturale, biologico.
Tutto questo si sentirà sul palato, ne sono certa, quando gusteremo il profumo del vino e saremo gusto e colui/colei che gusta allo stesso tempo. Saremo in unione con un universo magnifico.
E allora che Yoga sia, Per Bacco!

lunedì 11 luglio 2016

George Harrison - Il sapore del sitar indiano e dello yoga nella musica dei Beatles


"e' strano vedere i musicisti pop con il sitar...George Harrison, lui veramente voleva imparare" 

così diceva uno dei massimi musicista di musica indiana Ravi Shankar. 
George Harrison prese lezioni di sitar (strumento a corde della musica classica indiana) da Shankar 
Il Godfather of World Music ( il padrino della World Music) 
come lo definiva lo stesso Harrison 


Nella canzone Within you without you 
il componente dei Beatles Harrison racconta l'India, lo Yoga in musica e versi 

DENTRO DI TE O SENZA DI TE
Parlavamo
dello spazio tra noi tutti
e della gente che si nasconde
dietro un muro di illusione
non intravede mai la verità
poi è troppo tardi
quando muoiono

Parlavamo
dell'amore che tutti potremmo condividere
quando lo troviamo
bisogna fare del nostro meglio per tenerlo lì
con il nostro amore
potremmo salvare il mondo 
se solo sapessero

Prova a capire è tutto che è tutto dentro di te
nessun altro ti può far cambiare
e a vedere che davvero tu sei solo molto piccolo
e la vita scorre dentro di te o senza di te

Parlavamo
dell'amore che è diventato così freddo
e della gente che conquista il mondo
e perde l'anima
Non sanno, non capiscono
Sei uno di loro?

Quando riesci a vedere al di là di te stesso
allora puoi trovare
la pace interiore che sta aspettando
e verrà il tempo
in cui capirai che siamo tutti uno
e la vita continua a scorre dentro di te e senza di te

(tratto da http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=6639&lang=it, con mia correzione della traduzione nell'ultima riga in quanto a mio avviso la traduzione fornita non è attinente al significato originale inglese)

mercoledì 4 maggio 2016

L'ELOGIO DELL'IGNORANZA



Mercoledì 4 maggio 2016, ore 11.45 circa, sono in viaggio per Brescia.
Uno dei pochi momenti, l’auto, in cui riesco ad ascoltare la radio. Giro un canale dopo l’altro alla ricerca di una musica di mio gradimento che mi accompagni nel viaggio. Alla parola Galileo a cui segue Festival di Padova mi fermo, anzi a ben pensarci è stato il sostantivo “innovazione” a suscitare il mio interesse. Scopro che da domani 5 maggio fino a sabato 7 maggio Padova ospita GalileoFestival dell’Innovazione. Un folto programma: interventi nell’ambito di economia, scienza, arte e cultura all’insegna dell’innovazione. Ascolto le parole illuminate di un professore della cui esistenza non sapevo assolutamente nulla fino ad ora: Il professor Piero Formica.
Il suo pensiero mi fa gioire, sono assolutamente, e da tempo, della stessa idea.
Ore 15.00 sono a casa e davanti al pc per saperne di più.
Dopo qualche ricerca, ecco che trovo un video di una sua conferenza. Caspita 17 minuti e 28 secondi, troppo lungo, penso, troppo lungo per un post, eppure desidero condividere questi pensieri.
Mi metto a scrivere dopo aver ascoltato 9 minuti e 41 secondi di relazione del professor Formica. Decido di infischiarmene della lunghezza e del fatto che tanti non hanno né tempo né voglia di ascoltare un intervento così lungo.
La teoria della sindrome del pozzo è fantastica. Dice “gli esperti sanno sempre più di sempre meno, fino a sapere tutto di niente e più sanno meno si fanno cose davvero nuove, ciò che invece non capita agli ignoranti creativi”, e poi spiega: “Nella vita si impara, si diventa esperti, ma è come entrare in un pozzo, un pozzo di conoscenza, appunto: all’inizio c’è tanta luce perché proviene dall’esterno, ma via via che si scende verso il fondo, dove c’è la specializzazione, il luogo si fa più buio e si perde la visione generale. Nella mente del principiante ci sono tante possibilità, la differenza la fa l’intuizione” 
Scopro la Singularity University, una nuova visione dell’università, non c’è più una suddivisione in dipartimenti, ma c’è una co-evoluzione della conoscenza. Ciascun studente può uscire da questo percorso di studi ed essere molte cose allo stesso tempo, dice Formica: “Immagina di vedere un geologo, ma che allo stesso tempo ha le basi per essere un bravo scenografo… è da qui che nasce l’innovazione, occorre mescolare sostanze equipotenti, lettere con la matematica. I ragazzi non devono pensare all’università come ad un pezzo di carta e sulla base di questo scegliere la facoltà, occorre far passare il messaggio ai giovani che devono essere loro ad orchestrare gli impulsi che gli vengono trasmessi... “.

Quanta attinenza con lo yoga, questo elogio dell’ignoranza. Ogni volta incamminarsi verso una posizione con l’elogio dell’ignoranza. Ignoro come va eseguita la posizione, ho la libertà e la creatività di scoprirlo ogni volta da capo.

Vado ad ascoltarmi i restanti 10 minuti di questa meravigliosa relazione!

Lina


 

 

mercoledì 20 aprile 2016

INTERVISTA SULLE VISIONI E SULLA BELLEZZA

Ho incontrato un'amica, Barbara Favaro, per una chiacchierata e questa è la registrazione che potete ascoltare o scaricare gratuitamente dal blog di Visions make Beauty:


https://visionsmakebeautypodcast.wordpress.com/2016/04/19/01x14_visionsmakebeauty-presenta-lina-coppola/

Spero vi piaccia e che vi dia energia per prendere in mano la vostra Visione di Bellezza e darle nuova vita.

Lina

venerdì 1 aprile 2016

Quando perdere tempo non è tempo perso

Circulation(s) Festival de la jeune photographie européenne


Teresa Giannico - Landscapes in Milan 

 ....e così, facendo tutt'altro, scopro questa mattina il festival parigino Circulation(s)  dedicato ai giovani talenti europei nel campo della fotografia. Tra loro  anche una giovane donna italiana Teresa Giannico che crea pazientemente  piccoli plastici per poi ritrarre questi universi statici e quasi irreali con la macchina fotografica . Incomincio a vedere mondi, emozioni, scelte, commenti, idee trasformati da questi giovani artisti in fotografia. Il tempo incalza ....devo fare tutt'altro...., è per questo che mi sono seduta davanti al pc questa mattina! Non resisto, continuo e continuerò rivendicando nei miei stessi confronti il diritto di "perdere tempo", di crearmi un buco temporale creativo.....sorrido, sono felice....ho perso tempo?

Tsakiri Katerina 



sabato 19 marzo 2016

Quando il respiro diventa ascolto


Il respiro come I(n)spirazione, essere i(n)spirati

Credo che l'incontro con un libro non sia mai casuale, spesso sono loro a trovare noi.
E' successo così con il testo di Silvia Biferale edito da Astrolabio, segnalatomi da Cristina una meravigliosa donna solare e attenta che frequenta il mio corso di Shyoga il lunedì mattina a Fasano sul lago di Garda. Nello Shyoga ho voluto coniare un percorso che unisse la dualità del trattamento Shiatsu con lo Yoga.

Due respiri, due suoni silenti, due ascolti per un percorso interdisciplinare.
" (...) con l'ascolto facciamo l'esperienza di qualcosa di esterno che sta all'intorno e all'interno, che allo stesso tempo avvolge la nostra superficie cutanea e penetra nel nostro corpo." ibidem pg.74

venerdì 4 marzo 2016

KIMARTHAM – Atto secondo - Perché pratichi yoga?


Kimartham - Perché  in sanscrito
  
Il testo che segue mi è arrivato via email dopo la domanda da me posta in sala all’inizio della lezione yoga. Perché pratichi yoga?
La domanda è rimasta sospesa, aleggiava sulla pratica delle asana, si continuava a respirare nell’aria nonostante nessuno avesse dato una risposta, nessuno aveva sentito quella sera il bisogno o l’esigenza di rispondere. 
Domando per stimolare, non tanto per ricevere una risposta immediata e forse nemmeno per ricevere una risposta in generale.
Passano i giorni ed ecco che arriva inaspettatamente un messaggio sul cellulare: “Lina mi dai la tua email? Voglio rispondere per iscritto alla tua domanda”. 
Marta pratica yoga da circa 4 mesi. Marta dal volto fresco e curioso di giovane donna, si è voluta confrontare con questo KIMARTHAM. Ha accettato di condividere il suo pensiero prima in sala e poi qui in rete. Pubblico il  testo integralmente, con il suo permesso. 

Faccio yoga perché ho capito che dovevo prendermi dello spazio per me, per l’ascolto del mio corpo, per dargli importanza, perché lui è più vero della mia mente.. quella a volte mi prende in giro senza che neanche io me ne accorga. Il corpo no, è più libero, e per questo merita la stessa consapevolezza e lo stesso ascolto che do alla mia mente. I due devono comunicare, non possono stare distanti e separati. Si creano dei blocchi che non fanno fluire il giusto “traffico”.
La nostra società vuole uomini e donne perfette con corpi perfetti e l’unicità della persona viene tralasciata. Tanti cercano un maestro da cui imparare: prima lo cercano, deve essere quello giusto per loro affinché possano fidarsi, e poi vorrebbero affidargli la loro vita in mano:
 “Caro maestro, insegnami la strada, fammi vedere dove hai trovato la luce, porta anche me, ti sarò fedele e riconoscente”. 
Ma le cose non vanno così, non esiste LA STRADA, non c’è giusto e sbagliato, la strada giusta è la nostra, quella che pazientemente troviamo noi, quella che costruiamo giorno per giorno, senza esattamente sapere dove ci porterà. La vita è così misteriosa, imprevedibile. Ci spaventa, vorremmo delle sicurezze e invece non ce ne sono. Allora, una volta capito questo, ci rimane di essere felici e grati a noi stessi, e tendere all’ascolto. Ci vuole coraggio ad ascoltarsi e ad ascoltare, si scoprono cose che non si vorrebbero sapere, che sono dolorose, ma quelli siamo noi, e quelli sono gli altri nella loro complessità! Forse LA STRADA può essere quella di conoscersi.
Lo yoga mi aiuta a trovare la dimensione di vivere il presente, la dimensione della condivisione, dell’ascolto. Quando inizia la lezione e si parte con l’om tutto il resto viene chiuso fuori, non importa più nulla, il tempo non esiste più, siamo solo noi. E io mi sento in una grotta sicura. Ci sei tu e le tue campane, adoro quelle vibrazioni che fanno vibrare anche me, starei ore ad ascoltare. Mi piace quando ci accompagni in savasana, la tua voce è calda, vicina e presente. Sussurrata. 
Il corpo entra nella terra, dopo essersi allungato, dopo avermi parlato, tirato, bruciato, e il mio respiro lo accompagna, i due si fanno compagnia.
Prendo le ore di yoga come esercizio per il mio corpo, lo faccio respirare, lo muovo. Mi sento energica quando finisco. È un aiuto, mi fa sentire bene.. vorrei farlo tutti i giorni, non voglio più stare lontana... da me.

lunedì 8 febbraio 2016

Kimartham - I perché nello Yoga



Da quando ho deciso di mettermi in rete con le mie attività professionali, tra cui in primis lo yoga, sono riemerse, e a tratti emerse per la prima volta, domande di varia natura a cui ho cercato di dare via via risposta, accorgendomi in qualche occasione che non avevo una risposta precisa o non ce l’avevo ancora.
Porsi domande tuttavia chiarifica la direzione, può far emergere indecisioni e allo stesso tempo evidenziare un disegno che nonostante tutto portiamo avanti da sempre. Il più delle volte anche a nostra stessa insaputa.

Quindi ho incominciato a porre domande alle persone che frequentano i miei corsi:
Quale è il tuo sogno più grande?
Lo hai realizzato?
E se la risposta è no, cosa ti trattiene o ti impedisce di realizzarlo?

Grande la sorpresa nello scoprire quanto è arduo dare espressione verbale al proprio sogno.
Facce sgomente in sala, alla mia domanda posta all’inizio della lezione di yoga. Silenzio che cala. Forse timore di esporsi? Certo, ma poi piano piano emerge per lo più la consapevolezza di un’assenza di sogni, almeno quelli da esprimere ad alta voce. Come mai? Cosa ci impedisce di dare voce forte ai nostri sogni? Quando smettiamo di sognare? Quando smettiamo di osare a parlare dei nostri sogni? A che punto della nostra esistenza pensiamo che sia il caso di accantonare il sogno in un cassetto?

Una risposta mi è rimasta particolarmente nelle orecchie:
“Il mio sogno più grande è scoprire quale è il mio sogno”

Cos'è che impedisce la realizzazione del vostro sogno?
Si fa largo una voce timida. Un volto femminile con meravigliosi occhi a mandorla sussurra quasi per se stessa all’inizio della lezione, prima di intonare l'Om… la paura.

Quale è il vostro sogno più grande?
Vedo il viso di una ragazza riempirsi di lacrime, emozione che sale. Emerge un sogno, un sogno che porta tanto fuoco, lacrime per qualcosa che è stato abbandonato sul cammino esistenziale.
Qualcosa che sceglie di non condividere con noi.
Si intuisce, si respira, si sente nell’aria il profondo valore e l’importanza del suo sogno.
La domanda deve aver smosso un luogo remoto dell’anima che va al di là delle asana, al di là di qualsiasi tecnica di respirazione, ha smosso lo yoga – l’unione nella sua interezza.

I perché nello yoga si evidenziano.
Le domande dell’umano, i perché – kimartham in sanscrito, tasselli fondamentali su cui la disciplina si è potuta sviluppare.

Lina 8.2.2016

giovedì 21 gennaio 2016

ESPERIENZA




Da anni trasmetto la mia esperienza agli altri, adulti e bambini, attraverso i miei corsi. Trasmettere significa tramandare una conoscenza acquisita ed è esattamente quello che accade durante le mie lezioni dove, oltre alla tecnica per assumere la corretta asana, cerco di far fluire tutta la gioia e la pienezza che lo yoga mi dona ai miei allievi.

Lina 

venerdì 8 gennaio 2016

YOGATHEATRE: UN INCONTRO ANTICO

Nel Yogatheatre questi due ambiti – Yoga e Teatro - si incontrano giocando di rimandi l’uno all’altro. L’attore,  per poter interpretare le tematiche dell’umano,  indaga profondamente se stesso e le vicissitudini esistenziali. Il praticante entra in profondo contatto con se stesso e il creato che lo circonda. Finora lo yoga è stato messo per lo più “al servizio” del training teatrale per ampliare le risorse sul piano mentale e fisico degli attori.

In questa specifica accezione, invece, si dà spessore e valore allo scambio. Si indagherà quanto il teatro contribuisce a portare nello yoga un’ottica diversa per riscoprire, o scoprire per la prima volta, la storia che può celarsi dietro la sequenza di Suray Namascar – Il saluto al sole.

Un energetico scambio basato sull’unicità di ciascuna delle due discipline e sull’altrettanta favolosa unicità di ogni persona.

In questo processo di continue mutazioni, il lavoro sulle sequenze canoniche dello yoga potrà fare leva sulla fantasia del praticante chiamato a narrare una storia in armonia con le posizioni yogiche; allo stesso tempo il praticante yoga imparerà le tecniche teatrali per calarle nella sua pratica yogica quotidiana.

Suray Namascar, il saluto al sole, diventa in questo modo il racconto della ricerca di un'unione tra tutti i vari stadi rappresentati nella sequenza.
Racconterà della storia dell’uomo a cui viene data la possibilità di ripercorrere il suo stadio di minerale (tadasana) fino ad arrivare al sole. 


giovedì 7 gennaio 2016

PRATICARE



Perché praticare lo Yoga?
[da una citazione di Gèrard Blitz] 
 "La domanda che ci possiamo porre è quella di sapere perché pratichiamo lo Yoga. La risposta a questa domanda è semplice. Lo Yoga è un mezzo che ci permette di migliorare la qualità della nostra vita (…). Essenzialmente lo Yoga equilibra le nostre funzioni. Facilita la regolazione e la coordinazione involontaria del funzionamento estremamente complesso del corpo. E’ attraverso l’equilibrio del corpo, attraverso l’equilibrio fisiologico, che creiamo le condizioni per l’equilibrio psicologico, di cui noi siamo profondamente mancanti (…). C’è effettivamente un segreto nello Yoga. E’ racchiuso nella sua trasmissione che è iniziatica: avviene da una persona ad un’altra (…). L’unità (lo Yoga) di cui si parla, riguarda il corpo e il mentale. Noi siamo prigionieri degli automatismi del circuito mentale, della dipendenza dalla memoria. La nostra vita è predeterminata poiché le nostre risposte sono predeterminate. La pratica dello Yoga consiste nel liberarci da questa dipendenza, nel ritrovare la libertà del pensiero e dell’azione e, per naturale conseguenza, la creatività e l’amore. Più semplicemente e profondamente, la disponibilità agli altri."

Gli studi medici recentemente avviati affermano che la pratica delle posizioni yoga e le tecniche di respirazione complete, trasformano la chimica del corpo e il sistema nervoso.
Lo Yoga, se viene praticato correttamente e con perseveranza, può offrirci uno stato di salute e armonia fisica e mentale. La respirazione profonda rilassa il corpo, elimina lo stress e tranquillizza la mente. 

Praticando le posizioni YOGA, le tecniche di respirazione e di meditazione, possiamo arrivare ad un equilibrio fisico, psichico, mentale e spirituale che è la sorgente della felicità.
 Incamminarsi sul sentiero dello YOGA significa dedicarsi all’esplorazione dell’equilibrio, della serenità, del benessere, delle proprie sensazioni e soprattutto della sicurezza e della conoscenza di sè.


Lo Yoga non è un una tecnica, non si tratta di copiare una forma. E' unicamente ed esclusivamente un'esperienza. La caratteristica di questa esperienza è di essere sempre personale. Per conoscerla non si può che viverla.
Sottoponete le parole alla prova della vostra esperienza. Non lasciatevi influenzare dalle parole altrui. Mettete alla prova ogni parola con il lavoro e la pratica [...] L'esperienza è reale; le parole non sono reali: le parole sono degli altri, l'esperienza è solo vostra."  [B.K.S. Iyengar]
 Lina
Immagine catturata dal web