sabato 19 marzo 2016

Quando il respiro diventa ascolto


Il respiro come I(n)spirazione, essere i(n)spirati

Credo che l'incontro con un libro non sia mai casuale, spesso sono loro a trovare noi.
E' successo così con il testo di Silvia Biferale edito da Astrolabio, segnalatomi da Cristina una meravigliosa donna solare e attenta che frequenta il mio corso di Shyoga il lunedì mattina a Fasano sul lago di Garda. Nello Shyoga ho voluto coniare un percorso che unisse la dualità del trattamento Shiatsu con lo Yoga.

Due respiri, due suoni silenti, due ascolti per un percorso interdisciplinare.
" (...) con l'ascolto facciamo l'esperienza di qualcosa di esterno che sta all'intorno e all'interno, che allo stesso tempo avvolge la nostra superficie cutanea e penetra nel nostro corpo." ibidem pg.74

venerdì 4 marzo 2016

KIMARTHAM – Atto secondo - Perché pratichi yoga?


Kimartham - Perché  in sanscrito
  
Il testo che segue mi è arrivato via email dopo la domanda da me posta in sala all’inizio della lezione yoga. Perché pratichi yoga?
La domanda è rimasta sospesa, aleggiava sulla pratica delle asana, si continuava a respirare nell’aria nonostante nessuno avesse dato una risposta, nessuno aveva sentito quella sera il bisogno o l’esigenza di rispondere. 
Domando per stimolare, non tanto per ricevere una risposta immediata e forse nemmeno per ricevere una risposta in generale.
Passano i giorni ed ecco che arriva inaspettatamente un messaggio sul cellulare: “Lina mi dai la tua email? Voglio rispondere per iscritto alla tua domanda”. 
Marta pratica yoga da circa 4 mesi. Marta dal volto fresco e curioso di giovane donna, si è voluta confrontare con questo KIMARTHAM. Ha accettato di condividere il suo pensiero prima in sala e poi qui in rete. Pubblico il  testo integralmente, con il suo permesso. 

Faccio yoga perché ho capito che dovevo prendermi dello spazio per me, per l’ascolto del mio corpo, per dargli importanza, perché lui è più vero della mia mente.. quella a volte mi prende in giro senza che neanche io me ne accorga. Il corpo no, è più libero, e per questo merita la stessa consapevolezza e lo stesso ascolto che do alla mia mente. I due devono comunicare, non possono stare distanti e separati. Si creano dei blocchi che non fanno fluire il giusto “traffico”.
La nostra società vuole uomini e donne perfette con corpi perfetti e l’unicità della persona viene tralasciata. Tanti cercano un maestro da cui imparare: prima lo cercano, deve essere quello giusto per loro affinché possano fidarsi, e poi vorrebbero affidargli la loro vita in mano:
 “Caro maestro, insegnami la strada, fammi vedere dove hai trovato la luce, porta anche me, ti sarò fedele e riconoscente”. 
Ma le cose non vanno così, non esiste LA STRADA, non c’è giusto e sbagliato, la strada giusta è la nostra, quella che pazientemente troviamo noi, quella che costruiamo giorno per giorno, senza esattamente sapere dove ci porterà. La vita è così misteriosa, imprevedibile. Ci spaventa, vorremmo delle sicurezze e invece non ce ne sono. Allora, una volta capito questo, ci rimane di essere felici e grati a noi stessi, e tendere all’ascolto. Ci vuole coraggio ad ascoltarsi e ad ascoltare, si scoprono cose che non si vorrebbero sapere, che sono dolorose, ma quelli siamo noi, e quelli sono gli altri nella loro complessità! Forse LA STRADA può essere quella di conoscersi.
Lo yoga mi aiuta a trovare la dimensione di vivere il presente, la dimensione della condivisione, dell’ascolto. Quando inizia la lezione e si parte con l’om tutto il resto viene chiuso fuori, non importa più nulla, il tempo non esiste più, siamo solo noi. E io mi sento in una grotta sicura. Ci sei tu e le tue campane, adoro quelle vibrazioni che fanno vibrare anche me, starei ore ad ascoltare. Mi piace quando ci accompagni in savasana, la tua voce è calda, vicina e presente. Sussurrata. 
Il corpo entra nella terra, dopo essersi allungato, dopo avermi parlato, tirato, bruciato, e il mio respiro lo accompagna, i due si fanno compagnia.
Prendo le ore di yoga come esercizio per il mio corpo, lo faccio respirare, lo muovo. Mi sento energica quando finisco. È un aiuto, mi fa sentire bene.. vorrei farlo tutti i giorni, non voglio più stare lontana... da me.