Yogatheatre
La postura incide sugli stati d’animo e viceversa
Lo stimolo per questa
considerazione è dato da un trafiletto apparso sul Brescia Oggi in data
odierna: La postura corretta è un’arma in più contro la depressione (pg
68).
Si tratta di uno studio eseguito
dall’università di Auckland su un campione di 61 persone (l'articolo purtroppo
non fornisce le fonti della ricerca). Scopro che i risultati dello studio
eseguito saranno resi pubblici nel marzo del 2017.[1]
Una delle conduttrici
del test, la dottoressa Elisabeth Broadbent, descrive l’origine della ricerca
su postura e lievi stati depressivi: “Il motivo per cui mi sono imbattuta in
quest’argomento è che un giorno stavo camminando lungo la strada, sentendomi un
po’ triste dopo una brutta giornata. Ho notato che stavo camminando con le spalle
curve e guardando a terra. Ho sollevato lo sguardo, sistemato le spalle, e
subito mi sono sentita meglio ". [2]
Questa considerazione
ha portato la dottoressa a ipotizzare che potesse funzionare anche per altre
persone. Da qui il test conseguito su 61 persone affette di un lieve o moderato
stato depressivo. Il gruppo in generale presentava una postura con spalle
cadenti e schiena curva. Durante l’esperimento, a metà dei partecipanti è stato
concesso di sedere nella postura abituale ricurva, mentre all’altra metà è
stato richiesto di sedere con la schiena dritta, di guardare dritto davanti,
far scendere le spalle e roteare le scapole indietro e in basso in modo da
aprire il torace. Dopo aver sottoposto i due gruppi a vari test in cui la
soglia di stress saliva, è emerso la riduzione del senso di affaticamento e
l’aumento di entusiasmo nelle persone sedute in una postura corretta.
Il pensiero vola al
teatro poiché nel cercare di interpretare una persona triste, o lievemente
depressa, è possibile indagare il personaggio mettendosi da subito in una
posizione con le spalle ricurve, la schiena crollata e lo sguardo basso.
Siffatta posizione farà emergere pian piano nell’attore la possibilità di
indagare uno stato d’animo pesante, poco gioioso e piuttosto cupo. Nel teatro
si può procedere dunque all’inverso. Una posizione meramente fisica, tenuta per
un considerevole lasso di tempo, potrà far emergere un mondo emotivo, uno stato
d’animo preciso.
Danio Manfredini,
meraviglioso interprete teatrale, era solito farci scegliere posizioni prese
dall’arte pittorica o dal mondo delle sculture. Immobili per un tempo
indefinito nell’atteggiamento plastico, si ascolta e si osserva il lento
assurgere di sensazioni e mondi emotivi originati semplicemente dallo stare
fermi in un gesto preciso congelato.
Teatro chiama Yoga. Il
ricordo va ad Antonella Barbieri, la mia prima insegnante di yoga, mentre,
tantissimi anni fa, affermava “Lentamente, vi assicuro, Virabhadrasana
(posizione del guerriero) e le altre posizioni yoga agiranno sul vostro mondo
interiore, facendovi acquisire maggiore coraggio, fiducia in voi stessi e
consapevolezza”.
All’epoca sorridevo tra
me e me pensando: “Figuriamoci!”. Oggi dopo quasi una trentina di anni di yoga
dico sì, è così. L’ho sperimentato in prima persona. Sono convinta che una
postura corretta possa essere un’arma in più contro uno stato lieve di
depressione.
[1] Upright posture improves affect and fatigue in people with
depressive symptoms, Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, Volume
54, Issue null, Pages 143-149, Carissa Wilkes, Rob Kydd, Mark Sagar, Elizabeth
Broadbent.
[2] Traduzione mia da
www.psychologytoday.com/blog/minding-the-body/201701/good-posture-may-ease-symptoms-depression.
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